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a giuseppe chiarini | 401 |
misura sillabica. La lingua tedesca sta nel mezzo tra le lingue antiche e le altre nuove. Ha sì accento e sì quantità; ma differisce dalle antiche per ciò che l’accento di regola si confonde con la lunghezza e che la misura delle sillabe non è determinata secondo il materiale peso della voce, ma secondo la maggiore o minore significazione delle sillabe. Ogni principale è contrassegnata con sillaba lunga, ogni secondaria con sillaba breve. L’accento principale cade, in ogni parola, sulla sillaba radicale. All’importanza delle sillabe si riferisce per conseguenza l’accento, e a questo la misura, sicchè ogni sillaba (d’una parola polisillaba), che abbia l’accento principale, è nello stesso tempo lunga».
Orbene, da questo in fuori che l’accento in tedesco cade sulla sillaba radicale mentre in italiano si lascia condurre dalla flessione, l’italiano può fare quel che il tedesco: «misurare per lunghe» le sillabe accentate. Per lunghe? per il doppio della breve? Sì. Domandatene ai musici. Le sillabe accentate possono valere non solo per due brevi, ma per quante si voglia. Ma nella pronunzia comune non hanno quantità apprezzabile. Sia; ma l’hanno nel verso, l’hanno in ogni emission di voce un poco appassionata e ritmata. Si pronunzi «ritmicamente» il verso
Nel mezzo del cammìn di nóstra vita:
nelle sillabe notate con l’accento non è solo una percussione, ma una maggior durata; specialmente l’ultima di cammin e la prima di nostra hanno questa maggior intensione e durata; sì che lo Zambaldi, per esempio, traducendo il verso in note mu-