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IL LATINO NELLE SCUOLE1


Io non so di pedagogia. Nessuna cosa so molto, poche so un poco, molte non troppo: la pedagogia, punto. O come parlare e scrivere di pedagogia, se non si sa? Ecco: pare che sommi capitani abbiano vinte grandi battaglie senza sapere l’arte della guerra: può darsi che alcuno abbia fatto e faccia belle lezioni, senza sapere l’arte della scuola. Sta bene; ma io non voglio mica provare con gli scrittarelli che pubblicherò in questa Rivista che lezioni belle ho fatte e farò. No: voglio mostrare che si può insegnare qualche cosa, senza aver l’aria d’insegnare; e che questa cosa può essere creduta noiosa, e non annoiare. Il fine d’una buona pedagogia dicono non sia altro che questo. Ora altri veda se senza pedagogia si può in parte raggiungere il suo fine. Perchè io scrivo qualche esercizio, qualche frammento di lezione, fatti veramente con alunni e avanti alunni di Liceo, e li scrivo nella forma presso a poco nella quale li feci e dissi o avrei voluto farli e dirli. Sono intorno alla lingua e letteratura latina, due di quelle poche cose che so un poco. E poi si

  1. Dalla «Rassegna Scolastica», anno I, 15 ottobre 1895.