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336 | antico sempre nuovo |
cui la povertà tra le spine, rilut-
tanti, sospinge!
A cui splende felicità, togliete
voi superbia: cuore voi date pari
alla sorte: a chi vi domanda aiuto
voi sorridete!
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Un’altra ode saffica, questa al modo pindarico d’Orazio, è per la conversione di Clodoveo e a glorificazione di Francia.... Leggendola, dopo l’idillio precedente, dopo l’amorosa pittura della famigliuola povera, dopo l’invocazione che ricorda le fiere e sante parole del Magnificat, provo ciò che chi era alla luce e al tepore del sole, prova al repentino sapravvenire di una nuvola. Ahimè? la nuvola che abbassa ad un tratto il tutto, è la politica. Ahimè! mi ci par debole anche il latino, qui. Tua maior natu può significare «la tua figlia primogenita»? Dubito.
Ma altro che proprietà di lingua! Udite!
O quot illustres animae nefanda
Monstra Calvini domuere....
Ahimè! Ahimè! qui si celebra anche la Saint-Barthelemy!
Passiamo ad altro. Rifugiamoci in casa di Ofello. Il bonus Ofellus è un personaggio oraziano, un buon contadino che loda la frugalità e biasima la ghiottornia. Al medesimo uffizio lo resuscita Leone, in una «Epistola» di 85 versi.