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leone poeta | 335 |
ha la sua faccenda ogni mano; attorno
vanno in fretta misti a le ancelle i servi;
la fiammata trema rotando in nero
vortice il fumo.
Il poeta cristiano continua così:
Forse che vogl’io celebrar con l’inno
gli avi re del figlio del sommo Dio?
di David la casa e di quell’antica
gente la gloria?
No: più dolce m’è ricordar la casa
piccolina di Nazaret, e quella
povertà del bimbo Gesù, e quella
tacita vita..
Da l’estreme piagge del Nilo, come
il conduce un angelo, il Dio fanciullo,
dopo molti affanni, ritorna in casa,
salvo, del padre.
Imparando l’arte del padre gli anni
prende e passa di giovinezza, occulto;
e da sè compagno si presta a l’umile
opra di fabbro.
— Il sudor m’irrighi le membra — disse,
— pria che il sangue che verserò, le bagni:
anche questa pena, a salvar l’umano
genere voglio! —
Sta seduta presso il figliuol la madre
pia, la sposa pia presso l’ùomo, lieta
se con dono amico ella può gli stanchi
rifocillare.
Il quadretto è disegnato con parca soavità. Ora viene una nota più forte ancora che soave, ma l’uno e l’altro:
Aiutate, voi che il sudor provaste,
che il dolor sapeste, i meschini al mondo,