l’orto vedo i suoi solchetti d’agli1, e di fave2, di lenticchie3, i bei quadri d’indivia4, i bei folti di lupini5, le belle distese di fragole6. C’è posto anche per i cocomeri o poponi o cetrioli7, che siano: sono appena nati e li ravviso poco. E quante rose8, nel giardino, che ora gemmano e già hanno le mésse fuori e alcune primaticcie anche i bocciuoli! E già il Cilice ha portato fuori i suoi vasi di piante che qui non fanno in piena terra: il cedro, il terebinto, l’albero dell’incenso, la mirra, persino il balsamo, persino la cannella, persino l’ebano, persino la palma da cocchi9. E c’è il cotone10, e ci sono mimose dai fiori gialli11, e tanti mirti12, e tante peonie13. E, in un campicello lì presso, il vecchio corsaro addomesticato seminò grano, farro, orzo, veccia, fagioli, erba medica14: di tutto un po’, in memoria del suo visi-
- ↑ L’aglio, Buc. II 11.
- ↑ La fava, Georg. I 215.
- ↑ La lenticchia, Georg. I 228.
- ↑ L’indivia o radicchio, Georg. I 120, IV 120.
- ↑ I lupini, Georg. I 75.
- ↑ Le fragole, Buc. III 92.
- ↑ Il cocomero (che altri intende citriolo); ma a me par cocomero per quel ventre, Georg. IV 122.
- ↑ La rosa, Buc. V 17, Georg. IV 119, 134, Aen. XII 69.
- ↑ Queste piante esotiche per Virgilio sono nominate in Georg. II 127, Aen. X 136, Georg. II 117, e altr., Aen. XII 100, Georg. II 119, Buc. IV 25 e altr., Georg. II 117, Georg. II 122 sgg.
- ↑ Il cotone è accennato in Georg. II 120.
- ↑ La mimosa è da ravvisare forse nell’acanto in qualcuno di questi passi: Georg. IV 123, Aen. I 711.
- ↑ I mirti, Buc. II 54, VII 6, Georg. I 306, II 112, 447. IV 124, Aen. VII 817.
- ↑ La peonia, Aen. VII 769.
- ↑ Per il grano e le altre, vedi qua e là.