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LVCVS VERGILI1

I.

Il bosco sacro di Virgilio è là, ov’egli nacque; è là

prossimo all’acque, ov’ampio indugia ed in placide curve stendesi il Mincio e intesse di tenera canna le ripe2;

è là ov’egli medesimo lo piantò non con altro che col suo canto. Chè questa è divina virtù del poeta: egli

canta, e le figlie del Sole avvolge nel cortice amaro,
molle di musco, e le trae belli alti ontani da suolo3.

È una brachylogia! dice il grammatico; meglio osserva il commentatore antico: «Mirabil lode del cantore, quasi non cosa fatta e’ canti, ma col canto farla esso paia». Paia? No. Non sembra fare; fa. Il poeta crea veramente.

Andiamo dunque ad Andes, come dissero gli antichi, a Pietola, come pronunziò Dante, a Virgi-

  1. Da «Il Villaggio», giornale tecnico agricolo commerciale di Milano, 9 e 23 aprile, 7 e 21 maggio 1910.
  2. Verg. Georgica III v. 14 e seg.
  3. Verg. Bucolica VI v. 62 e seg.