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È chiaro che nei primi otto luoghi Iulo Ascanio è progenitore della gente Iulia e il fondatore immediatamente di Alba, mediatamente di Roma. Negli altri cinque parrebbe che Iulo dovesse essere solo il capo del culto e che Alba e la potenza Romana dovesse derivare dal connubio di Enea con Lavinia, dalla mistura del sangue Italico e Troiano, lasciando da parte Iulo. Come avrebbe conciliato il tutto Vergilio? Non è questo il luogo di disputare a lungo: mi basti presentare il quesito. È aggiungere un cenno: non forse il Poeta avrebbe svolto il concetto espresso negli ultimi due passi? non forse avrebbe fatto di Lavinia una sterile Helena? cagione di lutto, benchè involontaria, ai suoi e agli altri, cagione di morte a Enea? Certo quegli che doveva cadere ante diem, non poteva aver da vecchio (longaevo) un figlio. E certo anche qualche cosa significa l’interruzione, nel medesimo libro VI del verso 835. Cesare non è per i poeti Augustei puro come il suo figlio adottivo.... Ma non profaniamo il mistero della mente divina che non si svelò tutta.

X.

Quale pullulare di poesia epica all’ombra dell’Eneide! Parrebbe che dopo apparsa l’opera perfetta, in cui la forma poetica ha tutti i numeri, dovesse cessare l’artificiamento di operucole consimili. Non è così. La facilità; ora che tutto è definito, lingua, stile, metro; invita, nè l’inutilità spaventa. Già con Ovidio, che pur guardando nell’Eneide, perfezionava un altro genere poetico, vi-