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II.1


Eccellenza!

Che le lettere latine siano o possano essere fonte di sanità per gl’ingegni e i cuori, ho sempre creduto, veduto e, forse, provato. Con questo anche: che io penso che qualunque via si prenda, purchè si giunga a una tal quale conoscenza della lingua, si ottiene questo effetto salutare di vigore e di serenità. È certo per la grave compostezza dello stile, per la nobile altezza del pensiero romano; poichè quegli scrittori sembrano stare piuttosto avanti che in mezzo al popolo e voler sì essere popolari ma di quella sola popolarità che si conviene a chi insegna, ammonisce, corregge, governa e conduce. E se questa gravità, che è il carattere generale della letteratura romana, divenne pesantezza in alcuni, anzi molti, scrittori italiani, fu ad altri difesa contro il vano, il caduco, il fuggevole, diede il buon gusto, preparò l’immortalità. Esempio per tutti, il virgiliano Manzoni, che nella vertiginosa evoluzione del romanzo, nell’apparire e sparire di generi e forme, resta esempio che sfida la variabilità infinita dei gusti, esempio sempre nuovo di finezza nell’analisi dell’anima e di verità nella rappresentazione della natura. V. E. non parlava dunque a volontà repugnante e a mente impreparata, quando raccoman-

  1. Relazione sull’insegnamento del latino nel R. Liceo Niccolini di Livorno presentata a S. E. il Ministro della Pub blica Istruzione.