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narli agli altri lavori, coll'intenzione di far sì che le traduzioni latine abbiano quella prevalenza che si ritiene indispensabile a raggiungere il fine cui si mira; ridurre al minor numero possibile gli esercizi scritti di greco e di matematica e prescrivere che per le altre materie non si abbiano a fare, di regola, lavori scritti, e vietare infine severamente che gli alunni siano obbligati a scrivere o copiare lezioni dettate da professori, i quali, quando non trovassero un libro adatto, potrebbero stamparne uno proprio. Con questo divieto non s’intende però che non sia lecito di fare scrivere talvolta qualche riassunto, o classificazione, o quadro sinottico che valga a meglio ordinare ed imprimere nella mente la materia studiata.
Abbiamo riflettuto ancora che possa contribuire non poco al miglior profitto desiderato una prudente distribuzione dell’orario scolastico, che dovrebbe esser compilato in modo, che alle materie più importanti fossero assegnate le ore migliori, e gli alunni potessero trovar sempre nell’alternata varietà degli esercizi e nel loro graduato svolgimento un certo allettamento a proseguirli, senza sentirsene aggravati o infastiditi.
Quesito Sesto
«Ciò che è detto degli esercizi scritti, il numero dei quali è insufficiente al bisogno, può dirsi della lettura che si fa degli scrittori latini nelle classi superiori del Ginnasio e del Liceo. Ciò che si legge, è in generale, troppo poco. Vegga la Com-