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a caso, forse, Coclite ha qualche tratto di Aiace il Telamonio. Ma i ricordi omerici è più naturale che si trovassero nelle città marittime e che fossero dell’Odyssea. Quando le folte selve che ombravano la casa di Circe, furono trovate nel promontorio Circeo? quando a Odysseo e a Circe furono dati tre figli, Romo, Antia, Ardea, donde le tre città Ardea, Antium, Roma? Questa è la notizia di Xenagora, riportata da Dionysio1; e non è più che un cenno, ma molto significativo, della diffusione nel Lazio degli errori e avventure d’Ulisse. Della qual diffusione e dell’interesse, con che esse erano accolte, noi abbiamo il più grande degli argomenti nel fatto che al principio del secolo quinto di Roma l’Odyssea appunto ebbe veste latina.
E l’ebbe da un Lucio Livio Andronico. Che egli fosse preso nell’espugnazione di Taranto e di lì condotto prigioniero a Roma, si vuol indurre da Cicerone che riferisce, correggendola, una notizia di Accio2: Accius... a Q. Maximo quintum consule captum Tarento scripsit Livium. La qual data Cicerone prova sbagliata. Taranto fu presa due volte: la prima nel 482 di R. sotto il consolato di Papirio Cursore e Spurio Carvilio Maximo, la seconda nel 545 nel quale anno Q. Fabio Maximo era console la quinta volta. È chiaro che se Livio (come Cicerone lo chiama, senz’altro) fu prigioniero in un’espugnazione di Taranto, questa fu quella di Papirio, nel 482. Nell’anno 514, sotto il consolato di C.