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la poesia epica in roma 211

di questi epiteti accompagna quasi sempre Achille. In quale episodio dell’Iliade campeggia questa velocità del fulvo eroe? Ce n’è appena un ricordo in Ψ 792, quando Antilocho dice che con Odysseo difficilmente contenderebbero alla corsa gli Achei, «se non Achille». La corsa dietro Ettore non lo mostra più veloce del suo avversario. Ora Pindaro attesta un’oime intera su questa dote dell’eroe1 nelle sue caccie in casa di Philyra. L’altro, πτολίπορθος, oltre che della dea Enyo, di Ares e di eroi anteriori come Oileo e Otrynteo, è l’epiteto pure di Achille che quattro volte è così chiamato, l’eversore di città. Nè a torto, chè in Ι 328 e seg. egli dice: «Dodici in vero città d’uomini devastai con le navi Ę a piedi (per terra) undici, io dico, per la Troade zollosa». Ma nell’Odyssea questo diventa il proprio aggiunto di Odysseo, nè già perchè egli solesse prendere e distruggere le città, ma perchè, col suo ἵππος δουράτεος ne prese e distrusse una: Troia:

                    ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσεν.

Ora quando tale è detto nella Iliade, noi ci meravigliamo, perchè la città, la cui distruzione gli darà l’aggiunto, è ancora in piedi. Due volte in vero troviamo l’epiteto a lui attribuito: in Β 278, in Κ 363 nella Dolonea. In questi due luoghi dunque l’Iliade presuppone l’Odyssea.

Al tempo di Pisistrato, almeno, l’Iliade e l’Odyssea esistevano come esistono ora, con le loro contradizioni e ripetizioni, con la loro lingua varia e

  1. Pind. Nem. III 43 e segg.