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ER VINCITORE.
Quann’agnedi da la diputazione,
A pijà’ la corona e la bandiera,
Avevi da sentì’ che sonajera
4D’applausi e si che straccio d’ovazione!
E, intanto che passavo, le persone
(Che de gente Dio sa quanta ce n’era!)
Me tiraveno addosso mele, pera,
8Sigheri, fiori e cocce de limone.
E io vestito da antico romano,
Co’ la corona d’oro su la fronte,
11Me facevo er mi’ giro piano piano.
Stavo sur carro come er re Fetonte;
Co’ l’érmo in testa, co’ la frusta in mano...
14Parevo tale e quale Orazio ar ponte!
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