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gione de! numero degli infanti che vi sono ricoverati, e che i contribuenti della divisione di Torino sono assai meno aggravati che la comune di quelli delle altre divisioni per le spese provinciali, cosicché poteva l’imposta divisionale essere aumentata senza timore che ave?3e da riuscire soverchiai) te, il Consiglio deliberò di contrarre un mutuo corrispondente alla somma che doveva essere aggiunta a, compimento delia spesa degli esposti per l’anno 1853, ma negò di saldare il debito arretrato, e rimandò a miglior tempo l’aumento dell’imposta suggeritogli. Esauriti inutilmente questi vari mezzi, ii potere esecutivo dovette far uso deila facoltà che gli è conferta dall’articolo 289 della legge 7 ottobre 1848, in forza dei quale eliminò dal bilancio divisionale del mentovato esercizio tutte le spese facoltative sostituendovi uno stanziamento d’uffizio di lire 36,572 in isconto della maggiore somma dovuta al ripetuto ospizio, con diffidamento al Consigìio che ove non avesse provvisto nel bilancio del 1854 ai saldo di tale debitura, ed alla allocazione deila somma occorrente all’ospizio pel servizio di quell’annata, vi si dovrebbe provvedere d’ufficio, e ciò senca ulteriori eccitamenti. Anche quest’ultimo tentativo riuscì senza effetto, e furono lasciate scoperte lire 124,474 relative alle spese correnti, e lire 34,519 61 riferibili agli arretratelo mi tenni quindi autorizzato non solo, ma iti obbligo di proporre al Re di darmi incarico di presentarvi il progetto di legge che depongo ai banco della Presidenza, e che accresce, come dissi, di lire 96,732 99 l’aumento dell’imposta votato dal Consiglio divisionale, avvegnaché non sia possibile di ritardare ancora l’assestamento di questa contabilità. Oltre alle maggiori spese or ora notate, alcune altre sodo pure necessarie; esse però essendo di poco momento e non contestate, io non ne terrò parola, bastandomi l’accennare che fra le une e le altre ascendono a lire 165,298 01. Conviene però che io non taccia essere conflata da riduzioni di spese facoltative stradali la differenza di lire 66,562 02 che corre fra l’ammontare delle maggiori spese di lire 163,295 01 e l’aumento che vi propongo di lire 96,732 99. Tali spese, secondo ie dichiarazioni del Ministero dei lavori pubblici, si possono senza inconveniente differire ad altro esercizio. Ho fiducia che le cose sopra esposte siano atte a giustificare la proposta che vi è fatta, ed a mettere nella vera sua luce l’operato del Ministero in questa lunga pratica: passo quindi a dimostrarvi come l’onere dei contribuenti, portando l’imposta a lire 896,732 99, non è eccessivo, anzi non lo sarebbe quand’anche si estendesse a lire 963,295 Oh, che risulterebbe in totale, ove non si operasse il riferito stralcio, di lire 66,562 02. A questo fine unisco sotto i numeri lei due quadri, di cui il primo contiene gli elementi che servirono di base in tutte le divisioni di terraferma pel riparto dell’imposta divisionale del 1853, ed ii numero dei centesimi che ciascuna di esse avrebbe dovuto aggiungere ad ogni lira deile rispettive contribuzioni dirette, ove l’imposta a raccogliersi coi medesimi fosse mantenuta nel limite normale. L’altro quadro giustifica il primo nella parte elie riflette ia divisione di Torino. Emerge dai primo specchio che, data l’imposta normale per tutte le divisioni continentali e dato l’ammontare delie contribuzioni dirette del 1853, la media dei centesimi addizionali di ogni divisione ascende a lire 0 35, 712,853. Ma l’esperienza vi ha dimostrato che il più gran numero di esse ripartirà in quest’anno una somma assai maggiore, il che necessariamente eleverà di parecchi centesimi la media predetta fino a farle raggiungere approssimativamente il numero di 40. Or bene: ripartendo nella divisione di Torino l’imposta di lire 896,732 99, come il Ministero vi propone, i centesimi addizionali saliranno soltanto a lire 0 27, 329,024.732,446, e resteranno quindi molto al disotto della media predetta. Che se detta media venisse applicata alla divisione in discorso, si raccoglierebbe la somma di lire 1,171,991 22, cioè lire 208,696 21 oltre quanto sarebbe necessario per coprire tutte ie spese votate dal Consiglio divisionale, e con esse ìe aggiunte di lire 163,295 01 che il Ministero è nell’intenzione di farvi, A fronte di queste cifre cadono le osservazioni fatte dal Consiglio divisionale sulì’onere eccessivo che il manienimento degli esposti impone alia divisione e sull’aggravio dei contribuenti della medesima, e rimane provato che ia divisione stessa, oltre agii immensi vantaggi che le derivano dall’avere sul suo lerritorio la capitale del regno e che si traducono nel prodigioso sviluppo della ricchezza di tutti ì circostanti centri di popolazione, ha pur quello di pagare proporzionalmente meno di quanto paga la comune delle altre divisioni prive di quei benefizio incommensurabile. Laonde io porrò fine al mio dire pregandovi di voler sollecitare per quanto possibile la discussione di questo progetto di legge, attesa l’avanzata stagione, ed a schiarimento della questione unisco tutti i documenti che vi si riferiscono, soggiungendo che le provincie aggregale risentiranno in piccola misura il maggior onere del quale si tratta, ed anzi i contribuenti nell’imposta prediale ne risentiranno tuttavia un sensibile disgravio in confronto del passato. Infatti sulla base dell’imposta portata dal progetto di legge che si è presentato, la provincia di Pinerolo che, in ragione di tributo prediale, pagava lire 138,892, e quella di Susa che pagava lire 51,752 sopra lire 609,000 d’imposta, ne pagheranno rispettivamente lire 140,207 80 e lire 84,994 39, cioè lire 11,315 80 e lire 3,262 59 in più, ma concorreranno a formare detta somma, per oltre un quarto, contribuenti che prima ne erano immuni. PROGETTO DI LEGGE. Articolo unico. La divisione amministrativa di Torino è autorizzata a ripartire nell’anno mille ottocento cinquantaquattro nn’imposta di lire novantasei mila settecento trentadue centesimi novantanove per far fronte alle spese dello stesso esercizio comuni a tutte le provincie che ia compongono.