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documenti parlamentari


Cessione dell’esercizio della strada ferrata dì Cuneo
all’amministrazione dello Stato.

Progetto di legge presentato alla Camera il 9 dicembre 1854 dal ministro dei lavori pubblici (Paleocapa).

Signori! — Quando, dopo fatta la prima concessione della strada ferrata da Torino a Savigliano ad una società privata, la società stessa assumeva di prolungarla sino a Cuneo, lo Stato, colla convenzione approvata dalla legge 6 maggio 1852, si vincolò a dare ai convogli di questa linea intiera il passo sulla sua strada ferrata nel tratto da Truffarello a Torino col solo pedaggio del 10 per cento sul prodotto brutto; e fu pure accordato alla società concessionaria un uso più ampio della stazione di Torino pel servizio dei viaggiatori e delle merci mediante un corrispettivo da determinarsi, e che fu infatti determinato in lire 15,000 annue colla convenzione in data dell’11 gennaio 1853.

In questa stessa convenzione si stipulò che, mediante il 50 per cento del prodotto brutto, potesse la società deporre e prendere viaggiatori fra le stazioni di Torino e Moncalieri; e la regia amministrazione si riservò pur essa la facoltà di prendere viaggiatori nella stazione sociale di Truffarello per condurli coi suoi convogli a Torino e Moncalieri e viceversa.

A tenore poi del numero 3, articolo 3 della avanti citata convenzione approvata con legge 6 maggio 1852, doveva la società costruire a sue spese le rimesse pelle locomotive e pelle vetture, sull’area che il Governo le avrebbe assegnata, mediante compenso. L’adempimento di questa ultima condizione però non aveva potuto maturarsi, perché il crescente sviluppo del movimento sulla strada ferrata dello Stato, e l’apertura delle due linee di Susa e Pinerolo, il cui esercizio è attuato dalla regia amministrazione, crebbero siffattamente il bisogno di spazio e di edilizi nella stazione di Torino, che non potevasi, senza gran danno, concedere posto ai separati servizi della società di Cuneo, senza od aumentare l’area della stazione centrale o mettere questi servizi all’infuori di essa, sopra un’area appositamente acquistata. Le pratiche seguite colla società per determinare tale area, e per fissarne il corrispettivo e l’esperimento della complicazione, dei reciproci incomodi, e dicasi, pur anche, dei pericoli che derivavano da due servizi raccolti in una sola stazione, ma dipendenti da due amministrazioni diverse, dimostrarono all’evidenza come la riunione in una sola amministrazione dell’esercizio delle due strade potesse riuscire di grande utilità ed al Governo ed alla società; la quale vedendosi altronde aggravata di spese generali indispensabili, ma non bene proporzionate al prodotto della linea sociale isolata, venne proponendo di cedere al Governo l’esercizio della sua strada.

Ed invero non puossi in massima revocare in dubbio l’utilità d’una tale riunione: chè anzi l’esperienza fattane in altri paesi, e specialmente in Inghilterra ed in Francia, dimostrò questa riunione, non solamente utile sempre, ma in molti casi necessaria, a voler assicurare la sussistenza e la prosperità delle imprese delle strade ferrate; e fece del principio di fusione delie compagnie, ben può dirsi, un assioma economico in fatto di strade ferrate.

Ma se la massima era incontestabile, restava però a vedere con quali patti si potesse applicarla ai caso speciale, per guarentire ad un tempo e gli interessi dei Governo e quelli della società. Quindi non fu che dopo lunghe trattative corse fra le due amministrazioni, e che ebbero principio fin dal mese di giugno passato, che si potè riescire a quella convenzione che il Ministero ha l’onore di sottoporre all’approvazione del Parlamento. Quantunque il Ministero confidi che l’alta vostra intelligenza e maturità di giudizio, abbiano a farvi conoscere dal semplice esame del testo di questa convenzione, che essa è basata su quei principii d’equità e di reciproca convenienza ed utilità che informar devono ogni atto che si stipuli fra l’amministrazione dello Stato e quella d’una società, che è pur d’interesse generale il mantenere solida e prosperante, tuttavolta non sarà inopportuno soggiungere qui alcune considerazioni che valgano ognor più a giustificare le pattuite condizioni essenziali.

Gioverà anzitutto osservare che il primo tratto di questa strada che corre pella lunghezza di 64 chilometri da Torino a Fossano, traversa uno dei territori i più ricchi e popolati del regno; e ne prova che il movimento dei viaggiatori verificatosi su questo tratto agguaglia all’incirca quello delle linee governative.

Eguale movimento non potevasi sperare sull’altro tronco che s’arresta ora alla distanza di 3 chilometri circa dalla città di Cuneo: ma, oltre che questo movimento crescerà e diventerà di poco inferiore a quello della suddetta principal parte della linea, quando compiuta la ferrovia, essa metterà capo dentro la città stessa di Cuneo, e quivi riceverà con opportunità grande la influenza degli abitanti che convengono dalle popolose vallate di quellla provincia e dalla città e provincia di Mondovì, che è pure popolosa ed industriale; oltre a ciò, diciamo, vuolsi considerare che il crescente movimento sui tronco da Fossano a Cuneo, quando la ferrovia arriverà a quest’ultima città, indurrà evidentemente un aumento assai significante anche in quello tra Fossano ed i centri tutti di popolazione che trovansi da Fossano in giù, e principalmente verso la capitale. E piaccia alla Camera considerare che, appunto perchè potrebbe dubitarsi che solo in progresso di tempo si possa dal tronco della ferrovia tra Fossano e Cuneo ripromettersi un movimento che stia in giusta e vantaggiosa proporzione colla spesa d’esercizio, si è all’articolo 10 della convenzione stabilito che nei primordi e fino ad uno svolgimento maggiore dei movimento stesso, che assicuri un conveniente prodotto, possa il Governo da novembre a marzo restringere ad un minor numero le corse da attuarsi nel tronco predetto.

Quanto alle merci non è certamente da aspettarsene un movimento proporzionato a quello dei viaggiatori, non potendosi la ferrovia di cui si tratta riguardare come una grande linea commerciale. Un tal movimento sarà essenzialmente limitato agli oggetti di consumo che si mandano dalle linee di Genova e di Torino, ed ai prodotti del suolo che da tutta la linea si spediscono principalmente alla capitale. Ma non può dubitarsi che anche questi scambi non abbiano a prendere col procedere del tempo un notevole sviluppo, sia perchè le popolazioni andranno sempre più sentendo i vantaggi del nuovo genere di comunicazione, sia perchè andrà crescendo la prosperità del paese, e con essa e col miglior mercato derivante dall’economia dei trasporti, cresceranno i consumi. E se non per tutto il territorio attraversato dalla linea trovansi grandiosi stabilimenti industriali, i quali danno luogo ad un efficace movimento commerciale, è tuttavia pur vero che in compenso l’abbondanza dei suddetti prodotti del suolo è più che ordinaria; ed il bestiame specialmente che vi si alleva, ed il canape che di ottima qualità ed in quantità grande vi si coltiva sono due articoli di cui si forniscono già adesso le pro-