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TORNATA DEL 15 MAGGIO 1848


presidenza dell’avv. FRASCHINI decano d’età


SONMARIO. Verificazione di poteri — Eleggibilità dei Magistrati — Richiami sopra alcune espressioni contro la Magistratura Sarciarda — Discussione sulla discontinuità del triennio richiesto per l'inamovibilità dei Giudici.

il presidente dichiara aperta la seduta alle ore 10 del mattino.

Si dà lettura del processo verbale.

samma PF. M. propone alcune modificazioni che vengono adottate.

storro-rmmtom domanda che sia fatto conslare nel ren- diconto del suo discorso pronunciato nell'ultima seduta, aver egli delto nella questione dell'inamovibilità degl’impiegati negli ordinî giudiziari : — Eh come! si domanda i un esperimento che non si richiede dagli altri ordini di citta- dinit

(Queste parole sono adottate).

AL PRESIDENTE pone a voti il processo verbale.

(La Camera lo approva). (Conc.)

emmon presta il giuramento.

XL: PRESIDENTE annunzia ‘aver ricevuto delle certe ri- guardanti parecchie elezioni, delle quali alcune già confer- mate, altre annullate, allre sospese o non ancora riferite, e quelle appartenenti a quest'ultime aver distribuito ai rispet- tivi uffici. (Perd.)




VEBIPICAZIONE DI POTERI

mattAnzI, relatore propone le elezioni del signor Pran- cesco Gillet a deputato di La Motte, dell’avr. A. Ravina a de- putato di Cera, del signor D. Pasquale Tola a deputato del primo collegio di Sassari.

{La Camera approva).

Propone pure l’approvazione dell'elezione dell cav. Barto- lomeo Campora, consigliere di cassazione, a deputato di Va- lenza.

sino sorge a dimostrare la differenza che avanti lo Sla- toto passava fra il modo di nominare i magistrati nell'isola di Sardegna, e quello praticato nelle altre provincie. Sostiene che per la Sardegna, venendo i giudici proposti al Re, in via di terna, e dal supremo consiglio, presentasse la loro nomina maggiore garanzia d'indipendenza che quella unicamente la- sciata all’arbitrio ed al beneplacito sovrano. Propone quindi si rimandino le carte all'ufficio per la nuova disamina, non dovendosi ritenere decisa tale questione dal precedente voto della Camera sulla elezione del cav. D. Siotto Pintor,

scLoris, ministro di Grazia e Giustizia osserva che quel diritto di proposta pei magistrati di Sardegna non sco- mava per nulla l'assoluto potere del Re nel conferire fali ca- riche. (Gazz. P.)

mavasa risponde convenirsi por mente se la differenza




che vi potrebbe essere a questo riguardo fra la Sardegna ed 1 terraferma-consista nella sostanza degli statuti ed or- dinî politici che reggevano per lo innanzi queste due contrade, oppure se la differenza non fosse che di parole.

Credere egli che nella sostanza, chi ben consideri, non vi fosse divariv essenziale, perchè ambedue le contrade erano relte ad arbitrio d'ua principe assoluto che consultava i rispet- tivi consigli a suo piacimento, ed eziundio consultatili, seguiva 0 trasandava l'avviso loro come meglio gli talcutava, ponendo affatto In non cale il loro parere ogni qual volta non gli an- dasse a sangue. Il perchè essere stato it Governo simile, quanto alla libertà, in ambedue i paesi, cioè arbitrario e senza freno; poichè il Re in ambedue era tanto assoluto quanto essere po- tesse il gran Sultanu a Costantinopoli (Harità) : anzi assai più assoluto per la ragione che il gran Signòre trova alcun freno od ostacolo nel Corano; laddove i nostri Re non conoscevano limite alla Joro balia, in qualsiasi provincia Toro soggetta, avanti lo Statnto felicemente ottenuto.

ssorro=Fantom nega che la Sardegna fosse governata ad arbitrio del principe: invita pertanto il deputato Ravina a ritrattare Ja sua asserzione,

mavina risponde, sè, non che ritrattare quanto disse, confermario ad alla voce, © provarlo con ragioni jrrepu:

gnabili.

Diffatti qual era la forma del preambolo d'ogni legge, quale il titolo che portava in frenle? Noi ece., ecc., ecc., di nostra certa scienza, piena possanza e Regia Aulor

Queste parole campeggiavano în fronte ad ogi decretoRegio, ad ogni comandamento che si tanto negli Slali del Piemonte, quanto nell prova evidenteche il Governo era arbitrario ed assoluto, così in Piemonte come inquell'Isola. Dippiù qual era la formela d'ogni diploma, di ogni palente, che si spediva agli nomini ai quali si conferiva alcuna carica pubblica? La formiola era la seguente (0 libertà stupenda) Voi ecc., ece., Conferiumoa N. N. ecc., ec0., durante la sua si ed tl nostro beneplacito. Dunque voi Sardi eravate servi come noi, servi devoti e fedeli senza dub- bio, ma servi. Dunque il governo del Re era in enlrambi pacsi governo di beneplacito, governo assoluto, governo arbi- {rario, governo dispotico.

Egli non avere affermato che la Sardegna non potesse avere alcune guarcntigie antiche e viete, alcuni diritti astratti, mia avere detto e ripetere che queste guarentigie erano morte, perchè annichilate e distrutte dat fatto.

Quid mihi res, sì non conceditur uti? Che questi diritti non erano se non una vanaillusione, una chimera, poichè venivano a piacer suo postergati, sprezzati e conculcati dalla regia po- festàche non conosceva briglia nè limile di sorta. Che di siffatti




provisione e