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PREFAZIONE.

Ovunque si trovi uno scrittore, ovunque viva un poeta, si ode, ogni tanto, un grido sgorgare, si ode un mormorio dolente prolungarsi: Scrivere? Che cosa, scrivere? Che cosa osare, mai, di scrivere, versi d’amore, prose di romanzo? Mentre la guerra arde, divampa, distrugge, come raccogliersi per comporre delle povere piccole storie, per misurare i ritmi di alcuni versetti? Come chiudere le finestre dell’anima al rombo terribile, per ascoltare l’antica voce interiore, che ci parlava senza labbra? Mentre la Falciatrice crudele recide, recide, a migliaia, i giovini palpitanti di un fresco sangue, gli uomini temprati nelle virili energie, e le terre non hanno che cadaveri, come osar di evocare i vaghi, i vani fantasmi dell’arte e della poesia, per dar loro una vita ideale, sulle