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34 il denaro dei poveri

vorrei poterli narrare e sono troppi, e la mia penna è debole, e non posso dire nulla, salvo che ammirare, salvo che proclamare queste virtù ineffabili napoletane. Quante lacrime sono state asciugate, sovra un volto umano, da altre creature umane, che pure esse soffrivano, ma che obbliavano le loro sofferenze, per racconsolare le altrui: quanti sgomenti di coloro che si sentivano abbandonati e persi, poichè qualcuno era partito, si son dileguati dinanzi alla parola di ausilio, dinanzi alla promessa di un aiuto, data da chi doveva sacrificarsi, per aiutare, ma che si sacrificava, così, serenamente: quante paure della fame, delle privazioni, sono state vinte da una modesta sicurezza, offerta da chi, offrendo, dava una parte del suo pane e una parte del suo tetto: quante piccole, piccole carità, ma giunte a tempo, ma quotidiane, ma fatte per sostenere i poveri vecchi, i poveri bimbi: quanto tenue sorriso ricondotto sulle pallide labbra, ancora palpitanti di singhiozzi, innanzi alla abnegazione di coloro che, in nome di Dio, padre di tutti, facevano opera fraterna, dividendo quello che possedevano, ora e più tardi! Ah che ricchezza