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20 una sola donna

dere la loro parola, affermare la loro convinzione, esaltare la loro opera, fra donne a loro consimili.... E sempre, ahimè, più presto o più tardi, le ho viste sentire la vanità dello sforzo morale, provare la tristezza di una delusione profonda, misurare la inutilità di un pensiero fecondo, di un’azione feconda. È troppo scoraggiante, forse, il mio pessimismo? Se esso potesse mai far legge, dovrebbero, forse, sparire i grandi patronati, i grandi comitati feminili, sacrando all’ozio e alla noia una quantità di gentili creature disoccupate, disoccupatissime, tagliando le ali a cento piccole vanità, che pure hanno il diritto di esistere, recidendo un certo vincolo sociale che, più o meno, si crea fra donne di classi differenti, e che, dopo, si scioglie da sè, subito, come tutte le cose male annodate? Non fa legge, per fortuna, il mio pessimismo: e, più che mai, ora, per la guerra, sono sorti, sorgono, sorgeranno molti, moltissimi comitati e sottocomitati, patronati e protettorati feminili, di ogni genere, di ogni specie. Chi oserebbe criticarli? Chi oserebbe non appoggiarli? E, sul principio, una quantità di donne vi accorreranno,