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noi che restiamo.... 17

mo e chiusissimo dolore, e faccia, anzi, di questo intimissimo ospite nostro, il dolore, una leva innumerevole di forza: vivere, dobbiamo, non in festa, non in letizia, ma come creature coscienti di ogni loro maggior dovere, ma come creature cui niuna espressione di umana efficienza sia estranea: vivere, dobbiamo, con ogni nostro impeto e con ogni no stra tenacia, per la fortuna d’Italia, come laggiù, lontano, con impeto e con tenacia, i nostri diletti si battono e vincono per la grandezza d’Italia!

.... 10 giugno 1915.