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Dio l’ha voluto!

Io non parlo, qui, alle anime feminili pigre e sonnolente, in cui la Fede è qualche cosa di vago, d’indistinto, che esse evitano di percepire; e in cui la religione è un monotono e pesante ripetersi dei medesimi gesti, senza più carattere, e delle medesime parole, senza più espressione. Neppure io parlo alle anime fantasiose e lievi feminili, in cui la Fede è una improvvisa e fuggevole fiamma della immaginazione; e in cui la religione è una esaltazione passeggiera, per le sue figurazioni e i suoi colori, per le sue musiche e i profumi dei suoi incensi. Io voglio qui parlare a quella immensa folla di semplici e tenaci credenti, che, in ogni epoca della loro esistenza, in ogni contingenza della loro vita, chiusero la fede nel più profondo della loro coscienza, come un divino filtro spirituale, e ne trassero ogni virtù di bene:

Serao. Parla una donna. 1