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rione fra loro. Mercurio sará la figura principale del gruppo, sostenendosi da sé fra le nuvole. Le Grazie saranno piú indietro, giacendo sopra le nuvole, in modo che colla loro disposizione e coi loro atti si leghino vezzosamente insieme. Alla sinistra parte della composizione si vedrá sedere un giovane, rappresentante un fiume, che versa ria un’urna dorata gran copia d’acque limpidissime. In distanza, e dalla medesima parte, si vedranno le mura d’una cittá. Davanti ad Ercole giacerá sul suolo la clava, la quale alcuni puttini, scherzando, tenteranno invano di sollevare, chi colle mani, chi col dorso; e un altro di loro fará loro cenno col dito che stiano cheti, mostrando coll’altra mano Ercole e Lino che sonano. Ercole sará nudo, se non quanto lo adornerá scherzando la pelle del lione nemeo. Lino sará vestito in abito corto e semplicissimo alla greca, con coturni alle gambe e corona di lauro in capo. Avrá la figura d’un bel giovane con lunga e cadente capigliatura bionda. La Gloria sará una giovane matura, col capo ornato d’un diadema di gemme. Avrá due grand’ali al dorso: abito ricco e lungo, se non che, a proporzione dell’atteggiamento, scoprirá graziosamente parte delle braccia, del petto e delle gambe. Mercurio avrá la forma e le insegne solite di lui; ma sará sveltissimo e leggerissimo. Le Grazie saranno tutte decentemente nude. Il fiume sará un giovane di fisonomia e d’atto svelto e vivace, con lunghi capelli grondanti d’acqua, col capo coronato d’erbe acquatiche e colle insegne solite de’ fiumi.