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di commestibili. E dalle quattro fontane, poste a piè del basamento e a lato del tempio, scaturiva continuamente vino. Sarebbe noioso il parlar novamente dell’infinita moltitudine del popolo, che concorse anche a questo spettacolo; onde basterá il dire che al cenno fatto dal reale arciduca, il quale colla reale sposa e i serenissimi principi di Modena trovavasi presente nel solito palco, diedesi tosto principio all’assalto della cuccagna. Ma, poiché nella nostra cittá, grazie alla qualitá del governo ed all’indole degli abitanti, non ci è molta plebe che viva oziosamente a carico degli altri, perciò i campioni che comparvero all’assalto non furono infiniti. Convien però dire che fossero valorosi, perché in pochi minuti saccheggiarono ogni cosa; né si lasciarono spaventare dalla ripidezza del basamento, né dall’altezza di ben trenta braccia delle piante, onde pendevano le corone lusingatrici, né finalmente dagli animali vivi, di cui pretendevano di trionfare. Terminò questo lepido spettacolo colla confusione di chi portava, di chi strascinava, di chi rapiva i cibi, gli animali, le tavole, le piante, fra lo strepito della numerosa sinfonia e le risa universali degli spettatori. La sera vi fu rappresentazione della serenata e illuminazione di tutto il teatro. Il venerdí, giorno venticinque, venne destinato al solito passeggio sopra le mura, e la sera si diede grande appartamento alla corte. Nel sabato seguente, fu corso delle carrozze con sinfonia in porta Orientale, poscia opera in teatro e ballo in gala e mascherato alla corte. La mattina della domenica poi venne impiegata in un solenne rendimento di grazie, fatto dalla cittá di Milano all’Altissimo per il felice adempimento delle nozze delle LL. AA. RR. Si celebrò questa funzione con molto decoro e maestá nella imperiale basilica di Santo Ambrogio, e vi intervennero in solenne forma tutti i reali e serenissimi principi col séguito de’ primari ministri e di tutta la nobiltá in ricchissima gala. Al dopo pranzo fu parimenti corso delle carrozze, e dipoi serenata e ballo mascherato in teatro. Ma per il giorno ventotto, che venne in séguito a questi, era preparato un pubblico spettacolo, aneli’esso del tutto nuovo per