Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/56

XI - FESTE IN MILANO PER LE NOZZE acclamazioni del popolo tuttavia radunato sulla piazza del duomo. Era disposto nel ducal palazzo un nobilissimo concerto, formato de’ musici e de’ sonatori piú eccellenti, al quale, poiché le AA. LL. RR. e SS. ebbero assistito per qualche tempo, passarono nella grande sala, che serve per le feste e per gl’inviti solenni, dove cenarono pubblicamente al suono di lieta sinfonia, e non senza gratissima commozione d’animo negli astanti, che miravano ad una sola mensa una cosi felice alleanza delle due grandi famiglie Austriaca ed Estense. Il di sedici seguente diedesi principio alle preparate pubbliche feste con quella intitolata «il banchetto delle spose», per intelligenza della quale è necessario di premettere alcune notizie. S. M. la imperadrice regina, la quale, per indole del suo clementissimo animo, non sa mai disgiungere la propria dalla comune felicitá, erasi degnata d’ordinare che, nella faustissima occasione delle nozze del real figliuolo, fossero del suo erario distribuite cinquecento doti di cencinquanta lire ciascuna per altrettante fanciulle soggette al suo felicissimo dominio nello Stato di Milano. Eu adunque giudicato opportuno di prevalersi di questa circostanza, per cominciare con una non meno pia che lieta solennitá la serie delle pubbliche feste. A tale effetto si propose di dare alle mentovate fanciulle dotate e a’ rispettivi loro sposi un pubblico banchetto sull’ampio corso della porta Orientale, e di adattar parte di esso corso in guisa che servisse di comodo alla funzione e di grazioso campestre spettacolo ai cittadini. Ma, perché non sarebbe stato possibile di congregar da tante parti e per il medesimo giorno tanto numero di persone, però fu ristretto il numero delle fanciulle invitate a sole duecentoventi co’ rispettivi loro sposi ; e la festa venne nel seguente modo eseguita. In quella parte del corso, che è piú vicino alla porta Orientale, si scelse un grande spazio, atto a rappresentarvi una vasta sala di reai giardino, determinata e cinta d’alti e larghi portici convenienti al carattere che voleva darsi al luogo ed alla funzione. Erano i portici vagamente architettati di ramuscelli e di fronde, secondo le diverse gradazioni dei loro verde distribuite ne’ vari