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42 x - dialogo sopra la nobiltà


Nobile. Deh, amico, perché non ti conobbi io meglio, quand’io era colassú tra’ vivi, che io non avrei aspettato a riconoscermi cosí tardi!

Poeta. Io ho tentato non poche volte di farvene accorgere, io, e con certe tronche parole e con certi sorrisi e con certe massime generali gittate come alla ventura, e in mille altre fogge; ma voi, briaco di vanagloria, badavate a coloro che v’adulavano per mangiar pane, e non credevate che un plebeo potesse saper giudicare di nobiltá e di cavalleria assai meglio che voi non facevate.

Nobile. Che volevi tu ch’io facessi, se tutto cospirava a far che s’abbarbicasse ognora piú in me questa mia sciocca e ridicola presunzione? Fa’ tuo conto che, al mio primo uscir delle fasce, io non mi sentii sonare mai altro all’orecchio, se non che io era troppo differente dagli altri uomini, che io era cavaliere, che il cavaliere dee parlare, stare, moversi, chinarsi, non giá secondo che l’affetto o la natura gl’ispira, ma come richiede l’etichetta e lo splendore della sua nascita. Cosí mi parlavano i genitori, egualmente vani che me; cosí i pedanti, che amavano di regnare in casa mia o di trattenermi ad onorar, com’egli dicevano, i loro collegi. Ma, prima che siemi impedito di parlar piú teco, cavami, ti priego, anche di quest’aitro dubbio. Egli mi pare che questa nobiltá, ch’io ho pur trovato essere un bel nulla, abbia contribuito sopra la terra a rendermi piú contento della mia vita: saresti tu di parere ch’ella pur giovi alcuna cosa a render piú felici gli uomini colassú?

Poeta. Io non vi negherò giá questo, quando la nobiltá sia colle ricchezze congiunta o colla virtú o col talento; perciocché anco i pregiudizi e le false opinioni degli uomini, qualora sieno a tuo favore, possono esserti di qualche uso e comoditá. Le ricchezze. unite in quelle circostanze che voi chiamate «nobiltá», fanno sí che voi vi potete servire di que’ privilegi, che co’ titoli vi furono conferiti, e cosí pascervi colla vana ambizione di poter essere in luogo donde gli altri sieno esclusi, e simili altre bagatelle. Che se la nobiltá è congiunta colla virtú, avviene di questa come delle antiche medaglie, che, quantunque la loro