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sembrar probabile che una persona della intelligenza e del tatto di lei in questo genere di cose abbia potuto ingannarsi, attribuendomelo. Lieto adunque della gloria, che, comunque sia, mi proviene da’ suoi encomi, ammirerò sempre la facilitá e la generositá con cui Ella, portata dalla superioritá del suo genio, vola spontaneamente a cinger gli altri di quelli allori, ch’Ella sola ha oggi diritto di ottenere. Sono, coi piú vivi sentimenti di riccnoscenza. d’ossequio e d’amicizia, di Vostra Signoria illustrissima, ecc. Milano, 27 febbraio 1779. XVIII Al conte Gian Rinaldo Carli Si congratula con lui della riacquistata salute e gli si dimostra grato pei benefici ricevuti. E dal signor conte fiscale fratello e dal signor conte Melleri ho ricevuto felici nuove della salute di Vostra Eccellenza. 11 vivo desiderio, che io aveva di vederla ristabilita per molti anni, non poteva crescere per li nuovi benefici ch’Ella si è degnata di farmi ; ma questo desiderio è ora accompagnato da un sentimento di riconoscenza, che me lo rende assai piú caro e grazioso. Ho una dolce fiducia che i miei voti saranno esauditi e ch’Ella riceverá per lungo tempo i miei ingenui ringraziamenti. Frattanto io godo della delizia dei palazzi, che Vostra Eccellenza si è degnata di aprirmi. Le sensazioni, che io ci pruovo, sono tanto piú piacevoli quanto che sono sempre accompagnate dalle idee della generosa amicizia, di cui Ella s’è degnata onorarmi. Dall’altra parte mi pare d’esser diventato un gran signore. L’altro giorno venne qualcuno a prendermi colla carrozza, per condurmi alla Societá patriotica. Io passai per un grande appartamento, scesi appoggiato al bastone per un magnifico scalone, montai in carrozza, e mi ci sdraiai con quella felicitá, che conviene ad un duca