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Signoria illustrissima, si per non meritarmi la taccia di poco rispettoso e di poco riconoscente verso quelli che hanno contribuito a decorarmi cosi altamente, come anche per non essere accusato di affettata modestia, nel mentre che non intendo di fare altro che esprimere gl’ingenui sentimenti del mio animo. Mi ristringo dunque a ringraziare quanto io posso tanto Vostra Signoria illustrissima quanto il signore abate Goudar e gli altri, che si sono adoperati a mio favore; e prego lei specialmente di rappresentare in mio nome all’illustre ceto, a cui ora appartengo, la grandezza della mia riconoscenza e del mio rispetto. Sono, colla piú distinta stima e col piú distinto ossequio, di V’ostra Signoria illustrissima, ecc. Milano, 17 maggio 1777. XV Al marchese Giovanni Battista D’Adda. — Milano Lo prega di ringraziare la societá del teatro della Scala pel dono ’li 50 gigliati, compenso del programma pel sipario del teatro stesso. Illustrissimo signore e padrone colendissimo, L’illustre consesso, di cui Vostra Signoria illustrissima è cosi degno individuo, dopo avermi singolarmente distinto coll’onore dei suoi comandamenti, aggiugne anche il nobile regalo, che mi si presenta in questo punto. Io sono sinceramente persuaso di non meritarlo a verun titolo; ma il rispetto e la riconoscenza mi obbligano di non pensare ad altro che a riceverlo. Ben lungi nondimeno dallo averlo in conto d’un premio, che non mi è dovuto, lo riconosco anzi come un atto di quella munificenza, con cui l’illustre consesso è portato a proteggere e stimolare i cittadini, che hanno ii generoso desiderio di concorrere seco ad accrescer lo splendore della patria comune, in quel modo che vien permesso ai loro talenti.