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e di piú caro, cioè la pubblica educazione della lor patria e il comodo e la perfezione degli studi loro. Deliberarono perciò di volgersi con questa occasione all’Altezza Vostra, la quale sa cosi gloriosamente secondare le santissime intenzioni d’una tanta sovrana, supplicandola che si degni di presentare a nome loro umilissimamente davanti al trono della Maestá Sua le significazioni della loro intima e profondissima riconoscenza, e renderla certa che si studieranno mai sempre di concorrere con tutte le loro forze affinché tanti ottimi stabilimenti ottengano il loro pienissimo effetto, e il nome della Maestá Sua sia, anche per questo capo, in consolazione della presente etá e in eterna beatitudine delle future. Io, ch’ebbi l’onore d’essere deputato dal corpo de’ professori ad eseguire questo atto verso l’Altezza Vostra, non ho creduto di poterlo con piú efficacia adempiere che nudamente esponendole i comuni rispettosissimi sentimenti. Supplico adunque e confido, a nome dello stesso corpo, che l’Altezza Vostra si degni di considerarli e promoverli secondo la loro ingenuitá ed intenzione, troppo facile ad esser sentita dal suo nobilissimo animo, caratterizzato singolarmente per li rari pregi d’incomparabile delicatezza e generositá. Sono, con profondissimo rispetto, di Vostra Altezza, ecc. Milano, 7 aprile 1771. X Al ministro plenipotenziario conte Carlo Firmian. Milano Espone le sue tristi condizioni e chiede soccorso. Eccellenza, Ardisco di scrivere con mano incerta all’Eccellenza Vostra dal letto, in cui mi trovo novamente malato di febbre terzana. La mia presente situazione, oltre l’ordinaria cagionevolezza della mia