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SOGGETTO PER I-A STANZA DEL CAFFÈ Ù) Il dopopranzo di Giove o sia Ganimede sostituito. La rappresentazione sará composta di Giove, di Ebe, dea della gioventú, di Ganimede, e di alcuni piccoli geni. Giove sederá nel mezzo o sopra le nuvole, o sopra una sedia mezzo ascosta fra queste Alla sinistra, un poco innanzi di lui, e col viso rivolto verso lo spettatore, si vedrá Ebe in atto di cadere impedita casualmente da un iembo delia veste, venutole sotto ai piedi. Porterá ella una mano verso il suolo, tentando di sostenersi; e da una coppa, che terrá nell’altra mano, verserá, nell’impeto del cadere, un liquore d’un bellissimo colordi rosa. La veste, nell’atto del cadere, se le rovescerá sopra la schiena, supponendo che si scoprano le parti posteriori, le quali non si vedranno dallo spettatore. Dietro a lei, in certa distanza, staranno sull’ale due piccoli geni abbracciati insieme, e l’un l’altro si accenneranno, ridendo, il fianco d’Ebe, che si suppone scoperto. Giove colla sinistra mano fará un atto, come di licenziarla sdegnosamente da sé. Alla destra di questo dio vedrassi Ganimede seduto leggiadramente sulla schiena dell’aquila, che avrá le ali spiegate. Appoggerá egli la sinistra sul dorso dell’aquila stessa, e coll’altra presenterá disinvoltamente a Giove la tazza dell’ambrosia. Questi accosterá la destra in atto di riceverla, e guarderá nello stesso tempo in viso a Ganimede, voluttuosamente sorridendo. MEDAGLIA PER LA CAMERA DA LETTO Argomento. V’olendo Omero nell ’Iliade rappresentar con una imagine poetica quanto siano potenti i vezzi donneschi per sorprendere anche i mariti piú savi, finge che Giunone, fattosi prestare il celebre (i) Non fu eseguito, se non forse altrove, come quello del Paride [Nota del Reina].