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indirizza a’ suoi figliuoli, e quel bellissimo, fatto da lui ultimamente e intitolato II testamento di Meneghino ; ne’quali tutti, oltre ad una fina e soave critica de’ costumi, ottimi insegnamenti si danno, conditi con vivaci sali e con urbane lepidezze. Ma che vi dirò io del signor Domenico Balestrieri e del signor Carlantonio Tanzi : il primo de’ quali, colla leggiadra e semplice naturalezza de’ suoi versi, insinuasi dolcemente nel cuore; e l’altro, colla robustezza de’ pensieri e delle immagini, mostra come trovar si possa in mezzo alla semplicitá del milanese dialetto il fantastico e il sublime della poesia? Leggete di questo, oltre alle molte altre cose, il bellissimo sonetto, ch’ei giá stampò per una monacazione, in cui egli rappresenta alla candidata il punto della morte di lei, e, figurandosi d’esser seco nella cella, le dipinge si al vivo le circostanze in cui ella troverassi in quel di, che scuote ed agita l’animo di chiunque legge, e lo riempie d’un salutare orrore. Sul medesimo argomento della morte leggete i versi sciolti, ch’ei recitò questo anno passato neH’accademia de’ Trasformati, ch’io mi rendo certo che voi non li potrete legger senza capriccio, tanto vive e patetiche sono le immagini onde quel componimento è ripieno. Per ciò che riguarda al signor Balestrieri, qual cosa insieme piú bella e piú tenera del suo Figliuol prodigo ? Questa dolcissima allegoria della divina misericordia quasi direi che diventi piú preziosa nella nostra lingua; imperciocché, richiedendo l’argomento una certa semplicitá e un certo soave affetto, ch’io non saprei spiegare, sembra questa essere a ciò maravigliosamente adatta, o, per dir meglio, sembrano i milanesi particolarmente atti a sentirlo e ad esprimerlo nel loro dialetto, senzaché l’autore ha saputo in quell’operetta raccogliere tutte quelle grazie e proprietá della nostra lingua che meglio servono a rappresentar sotto gli occhi la cosa, e ad eccitare la compassione e la gioia. Se voi volete una gentile critica de’ cattivi medici insieme e una novella foggia di lodare altrui con argute e spiritose piacevolezze, leggete il sonetto ch’è stampato fra le Rime milanesi di lui in lode del fu nostro dottor Palazzi; e, se volete graziose, naturali e divote immagini, leggete queU’altro in lode dell’illustre nostro pittore Ferdinando Porta.