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di tutto quello che noi chiameremo «eloquenza della cosa», vale a dire accomodamento delle maniere del discorso alle circostanze delle materie, de’ tempi, de’ luoghi e delle persone. Non parleremo delle cattedre dell’universitá e d’altre d’antica instituzione patria, poiché è talmente noto l’estremo dicadimento in cui sono, che la clemenza del principe non ha potuto a meno di non rivolgersi ad una totale riforma di esse. Solo toccheremo che Tesser cadute, per molte e replicate combinazioni, quasi sempre in mano de’ frati molte cattedre dell’universitá, e spezialmente quelle dell’eloquenza, ciò vi ha introdotto il medesimo spirito corrotto, falso e fazionario, che si vede nelle loro instituzioni domestiche, ne’ loro collegi e nelle scuole in qualsivoglia modo pervenute sotto alla loro cura. I frati non hanno mai insegnato né insegnano la buona eloquenza, anzi non nc insegnano punto: perché non ne hanno essi medesimi convenevole idea; perché, anche avendola, essi hanno interesse di non insegnar rettamente; perché vengono scelti ad insegnarla quelli fra loro che sono manco abili a farlo; perché lo spirito di partito, che regna fra essi, rompe l’unitá e la conformitá della instituzione. Fino dal tempo del Casteivetro, vale a dire quasi fino dal rinascere dell’eloquenza in Italia, era conosciuto e messo in derisione lo «stile da frati». Il carattere dominante delle scuole, la tenacitá delle opinioni, la insistenza sopra la nuda materialitá de’ precetti, la ignoranza della filosofia, che ha, generalmente parlando, regnato fra essi piú lungo tempo che fra i secolari, sono le principali cagioni per cui i frati non conoscono la buona eloquenza, e conseguentemente non la possono per verun modo insegnare. Questa eloquenza è una parte non poco importante della filosofia medesima, e suppone spezialmente una cognizione non mediocre della metafisica e della morale; senza le quali facoltá noi non possiam sapere quali armi abbia l’eloquenza fra le mani, né in qual modo convenga adoperarle, né quale sia la natura degli ostacoli, ne’ quali s’ha da far breccia con esse. Dovrebbe dunque abbadarsi piú alla qualitá de’ maestri che degl’insegnamenti, i quali sogliono sempre dipendere dalla qualitá de’ maestri stessi.