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annunziarvi la morte; e però anche in piú liberi passatempi ? mi era qual banditore divino fin E voi, che procedete con si fatti qui condotto, per nebbie, per andamenti, certi siete di dover piogge, per venti, per pantani, morire una volta? Ahi cecitá! per nevi, per torrenti, per ghiac- deh stupidezza! oh delirio! Io ci, alleggerendomi ognitravaglio credeami d’avervi recato avanti con dire: — Non può far che un si efficace motivo, che bastequalche anima io non guadagni, vole incitamento a voi fosse per con ricordale a’ peccatori la loro condurvi tosto a penitenza, ed mortalitá. Ma povero me! Trop- a provocarvi a pianto, annunpo son rimaste deluse le mie ziandovi l’estremo infallibile fine: speranze: mentre voi,non ostan- e però, qual divin banditore, fin te si gran motivo di ravvedervi, quaerami per disagiato cammin avete atteso piú tosto a preva- condotto, per nebbie e per piogricare, non vergognandovi, qua- ge, per nevi e per pantani, ed i si dissi, di far come tante pecore passi solleciti m’infiammava una ingorde e indisciplinate, le quali vigorosa speranza, che mi dicea: allora si aiutano piú che possono — E’ non può fare che quala darsi bel tempo, crapulando che anima io non guadagni, a’ per ogni piaggia, carolando per peccatori la loro mortalitá ricorogni prato, quando antiveggono dando. Ma povero me! ahi deche lor sovrasta procella. Che luse mie speranze! ché, non dovrò far io dunque dall’altro ostante motivo si grave, atteso lato? Dovrò cedere? dovrò riti- avete a prevaricare piuttosto, rarmi? dovrò abbandonarvi in ed a guisa d’ingorde pecore, seno al peccato? Anzi cosí as- che allora indisciplinate crapusista Dio favorevole a’ miei pen- lando vanno per ogni piaggia, sieri, come io tanto piú mi carolando per ogni prato, quanconfido di guadagnarvi. Ditemi do antiveggiono che sovrasta dunque: mi concedete voi pure giá la tempesta, dal riflesso della d’esser composti di fragilissima vicina morte prendeste a darvi polvere? non è vero? lo cono- buon tempo maggiore incitascete? il capite? lo confessate? mento. Che dovrò far io dunque? senzaché altri stanchisi a re- qual partito prendere? Dovrò io plicarvi : «Memento, homo, me- ceder forse, e ritrarmi dall’apomento, quia pulvis es». Questo stolica impresa? Lasciar vi doappunto è ciò che io voleva. vi ò in seno al peccato? No Toccherá ora a me di provarvi certamente. Ed anzi cosí Iddio quanto sia grande la presunzio- favorevol sostegno porga a’ miei ne di coloro, che, ciò supposto, pensieri ed assistenza efficace