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Non cosí avviene delle opere che ammaestrano gli uomini e che loro son vantaggiose: imperocché, siccome l’utile è in ogni luogo, in ogni tempo e da ogni persona desiderato, cosi gli autori guidati dalla caritá, che quello procurano agli uomini, sono da ogni nazione e da ogni tempo apprezzati; e i presenti ed i posteri con sentimento di gratitudine rammentano il nome dello scrittore che gli ha beneficati, od anche ha solamente tentato di farlo. La vera gloria è quella che o presto o tardi segue i benefici fatti dall’uomo all’altr’uomo; e questa è quella che sola universalmente si spande e che sola è durevole e costante, perciocché ha le sue radici non giá nell’opinare, ma nel sentimento naturale degli uomini, che è a tutti comune e non è soggetto a verun cambiamento. Gioventú, che cresci provveduta di rari talenti a mantenere lo splendore della nostra nazione, apprendi adunque a pigliare per guida de’ tuoi studi la caritá, che è l’amore del vero, l’amor dell’utile e l’amore del bene. Renditi certa che i tuoi concittadini e la tua patria tosto o tardi non potranno negar ricompensa a’ tuoi profittevoli sudori. I Grassi, i Piatti, i Canobi, i Taegi, gli Arcimboldi, i Borromei, i Calchi, i Patellani, i Longoni, i Tavernib) hanno pensato a preparar comodo a’ tuoi studi. E, quantunque, dappoiché il lusso è salito a reggere l’economia delle nostre famiglie, poco ornai sembri avanzare da potersi dar in premio alle lettere, non disperare; imperciocché coloro che ti avanzano per dovizie, per nobiltá e per gradi, siccome dicono di amare le lettere e si gloriano di possederle, è da credere che sicno disposti ad esserne colla loro munificenza i protettori e i mecenati. E, siccome si lagnano che, benché cadenti e rovinosi, pur durino nel nostro paese i gotici tempii innalzati alla barbarie letteraria, è da sperare che essi, che il possono, daranno loro le ultime scosse e faranno indi snidare i gufi, oramai divenuti odiosi a Minerva, i quali, per vivere piú (i) Nomi di famiglie milanesi che fecero degl’istituii a favore delle lettere, in tempi remoti da’nostri (Nota del Reina).