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e vagliano a perfezionare il nostro spirito in genere di scienze, di lettere c d’arti, e nello stesso tempo a darci compiuta idea della dottrina e della cultura de’ popoli che una volta le parlarono. Quelle lingue, che servono all’uno e all’altro di questi due oggetti, chiamansi «lingue colte», cioè lingue che furono una volta parlate o che presentemente si parlano da popoli educati nelle scienze e nelle arti, e che sono state ridotte a notabile grado di regolaritá e di gentilezza da’ bravi parlatori e dagli eccellenti scrittori che usate le hanno. «Lingue barbare», presso i greci ed i latini, dicevansi quelle che si parlavano da popoli forestieri, che essi chiamavano «barbari»; e presso di noi cosi chiamansi le lingue delle nazioni ignoranti di scienze ed arti e prive di gentilezza, alle quali medesime diamo pure il titolo di «barbare». «Forestiere» sono tutte le altre lingue, fuorché quella che parlasi comunemente nella nazione di cui siam parte, la quale da noi propriamente dicesi «nostra». La sapienza dell’uomo consiste nel fare il miglior uso che sia possibile di molte veritá conosciute a proprio vantaggio. Queste veritá non si conoscono se non facendo molti paragoni di idee; né molti paragoni si possono fare, se molte idee non si sono acquistate. Però tutti i mezzi, che contribuiscono ad arricchire il tesoro della nostra mente di piú gran numero d’idee, non debbon essere da noi trascurati, massimamente nella prima gioventú, quando la innocenza del nostro animo ci rende piú atti a ricevere le purissime immagini degli oggetti, senza pericolo che ci vengano adulterate e corrotte dalle anticipate opinioni ; quando la nostra memoria è piú capace di custodirle profondamente, e quando la ferma costituzione della nostra macchina ci rende piú alacri e piú forti ad intraprendere e a sostenere la fatica che si richiede nell’acquisto e nell’uso de’ mezzi. Ora, fra i mezzi che sono utili all’uomo per fargli acquistar delle idee e delle cognizioni, utilissimo è quello delle lingue, le quali, siccome trovate dagli uomini per comunicare le idee che si hanno delle cose ed i giudizi che formano sopra di quelle, cosi sono un larghissimo ed aperto canale, a cui, per cosí dire, attignere e bere le cognizioni e la dottrina.