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«torta» o «storta», ma solamente «distorta»; la qual voce egli ficca pressoché non dissi in ogni pagina. Egli è maestro, per esempio, della lingua nostra né «dotto», né «valoroso», né «saggio», né «celebre», né «illustre», né «chiaro», ma puramente «solenne»; titolo ch’ei dá unicamente a quelle persone, a cui ciascun altro de’ sopradetti epiteti potrebbe convenire. Credete voi ch’egli scriva giammai «falso», «ingiusto», «non diritto», o tale altro cosí fatto aggiunto? Egli usa in quella vece «prepostero», voce che fu sovente di cosí infame valore presso a’ latini, e che da’ nostri buoni toscani fu o del tutto abborrita o da alcuno soltanto, cosí per isvogliataggine, e parcamente adoperata. Non mai «scorrere» egli scrive, ma «discorrere»; non mai «variato», ma «svariato», ecc.; ch’io non voglio ora farvi una cosí inetta leggenda. Molte voci eziandio voi rinverrete nel suo libro di poco buon peso nella staterá del mugnaio toscano, le quali però doveano essere ad ogni modo sfuggite da uno scrittore che le opere sue offerisce al pubblico per ammaestramento della gioventú: queste son, verbigrazia, «impegno», «incumbenza», «presidio», «massime» e «che però» avverbi, e simili altre, delle quali egli fa in ogni canto del libro suo uno spietato sciupinio. Assai vocaboli perfine si lascia fuggir dalla penna il padre Bandiera, che in buona lingua non reggono assolutamente, quali sono «giammai» per «nonmai», «mentre» per «imperocché», e cosí fatti. Che se della grammatica a parlar s’ha, affettato e pedantesco uso noi troverem fatto mai sempre del «cui» invece del «che» relativo paziente, che i buoni scrittori tuttavia amarono, e solo allora intralasciaronlo, che la chiarezza del lor discorso notabilmente a patir ne venisse: cosí della preposizione «su», posta invariabilmente col genitivo dappoi. Affettato uso fa altresí il padre Bandiera d’alcuni articoli, che egli scrive senza bisogno, qual sarebbe, per esempio, nella dedicatoria quel «le» posto in fin di queste parole: «l’erudite studiate lingue, cui principalmente professo in questo libro piana maniera ed agevole d’insegnarle»; e cosí di alcune particelle, come nella dedicatoria medesima: «i favori onde vi siete degnato di colmarne me»; e: «l’amorevole