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scelta delle parole o sia finalmente per la grammatica medesima, non merita che le opere sue sien da proporsi alla gioventú immediatamente dopo il Decamerone ovver dopo consimili libri. La costruzion primieramente n’è in piú luoghi oscura e intralciata di modo, che a gran pena alle volte può raccapezzarsene il sentimento, siccome vi si rappresenterá subito agli occhi nel bel frontispizio di questo libro, ove, secondo la diritta maniera di leggere, intender si dovria che il conte Ercole Dandini traduttor fosse del suo proprio dialogo, non giá il Bandiera, che per detto suo noi sappiamo aver volgarizzata cotale operetta; imperocché egli cosí scrive: I pregiudizi delle umane lettere per argomenti apertissimi dimostrati, specialmente a buon indirizzo di chi le insegna, dal padre maestro Alessandro Maria Bandiera , ecc., con un dialogo sullo stesso argomento del conte Ercole Francesco Dandini , ecc. dal latino in volgar toscano per Vautor recato, ecc. F2 moltissime altre cosí fatte maniere di spiegarsi e di costruire da voi medesimo avrete osservate nel decorso del libro, le quali o abbuiano la sentenza, o la rendono di cattivo suono e non proprio della bellissima lingua nostra. Intorno alla scelta delle parole poi e delle maniere di dire non brieve discorso da tener sarebbe, se tutti i vizi di cotale spezie s’avessero ad annoverare. Voi v’incontrerete spessissimo in frasi affatto nuove, le quali io non mi voglio pigliar briga di additarvi particolarmente, perciocché io stimerei di far torto a voi, che com’uom di finissimo naso traete tosto all’odor delle toscane cose, ed al contrario sfuggite quelle che non ne olezzano punto. Nel primo passo appena, cioè nella lettera dedicatoria, voi inciamperete in un «correre i volumi», che il padre Bandiera ha detto in quella maniera medesima ch un viaggiatore direbbe il «correr le poste». Affettatissimo uso egli ha fatto poscia di mille vocaboli, de’ quali, comecché ci abbia gli equivalenti, nondimeno non gli ha mai variati in conto alcuno, impoverendo in cotal guisa la nostra lingua, per quanto sta a lui, de’ molti e ricchi gioielli ond’ella in si diverse fogge s’adorna e compone. Non ci sará, verbigrazia, per lui al mondo niuna cosa che sia