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principio della convenevolezza, ossia del decoro); ma dee pensare ancora a far si che tutte le parti e tutte le serie diverse di esse, ossia tutti gli oggetti che debbon concorrere a formare il tutto del suo discorso e del suo poema, abbiano questa necessaria conformitá o proporzione fra loro. In tutte le opere che appartengono all’arte del dire, le seguenti cose sono generalmente da considerarsi, cioè: il pensiere, l’afTetto, lo stile, la locuzione, la parola ed il numero. Siccome ciascun genere delle anzidette cose ha sotto di sé varie spezie, e ciascuna spezie di ciascun di essi generi ha una naturai proporzione con una delle spezie degli altri generi; cosí è necessario di combinare nella determinala composizione, non solo quelle spezie di essi, le quali piú convengono al fine propostosi dallo scrittore, ma quelle parimente che hanno piú conformitá e proporzione fra loro. Per questo modo si produce nell’opera dello scrittore una morbida eguaglianza d’idee, d’alTetti e d’espressioni, da cui viene l’anima di passo in passo guidata; sicché questa può bensi distinguere e sentire la varietá degli oggetti, ma nello stesso tempo non ha campo di trattenersi piú sopra l’uno che sopra l’altro; e sentesi come per incantesimo rapita fino alla fine, dove, sorpresa dalla bellezza del tutto, è costretta d’esclamare colla espressione del piacere e della meraviglia: — Oh Dio, che bella cosa ! — Ma rendiamo ciò piú sensibile cogli esempi. Un oratore toglie a lodare con una sua orazione un eccellente legislatore, un gran monarca padre de’ suoi popoli. Nessun soggetto morale può esser piú magnifico, né piú nobile, né piú interessante di questo. Che fa egli adunque? Il buon oratore sceglie, fra i pensieri adattabili al suo argomento, quelli che sono piú atti ad ingrandire e a sublimar l’animo degli ascoltatori, dando loro un’ idea adequata e per conseguenza vastissima del suo soggetto. Sa che le immagini e le figure, tolte massimamente dalla comparazione di vari oggetti insieme, servono a colorire e dar forza e rilievo ai pensieri: elegge egli pertanto, fra le spezie delle immagini e delle figure, quelle che sono piú proporzionate alla grandezza de’ pensieri ; e raccoglie dalla natura e dai fatti gli oggetti piú grandi e