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belli, e congiugnerli con gli altri e di modo temperarli nella composizione, clie tutti insieme concorressero a formare un bello. Poi abbiam veduto le stesse arti passare dalla presentazione de’ belli oggetti reali alla imitazione de’ medesimi, facendo le stesse operazioni, imitando, che fatto avevano presentando gli stessi oggetti reali; inoltre presentarci gli oggetti intellettuali e morali atti a risvegliare in noi delle idee analoghe al sentimento del bello, e ad eccitare in noi delle grate sensazioni; quindi congiugnere colla presentazione e coll’espressione di questi oggetti medesimi l’imitazione, onde accrescere anche per la via di essa imitazione il nostro piacere; poi imitare gli stessi mali fisici e morali, di modo che, sottratta la troppa violenza degli oggetti reali di questo genere, si eccitasse, col presentarne la sola imagine, un temperato e perciò piacevole commovimento nell’anima. Finalmente abbiam veduto le belle arti andarsi fra loro accompagnando secondo, che piú o manco si accostano nella natura degli oggetti che presentano, de’ mezzi che adoperano, e degli organi per mezzo de’ quali fanno impressione; e poscia unirsi tutte quante insieme per la comunanza de’ principi che esse hanno, del fine a cui tendono, e del soggetto sul quale operano. Da quanto si è detto finora, si può dirittamente inferire che l’oggetto delle belle arti non c soltanto la imitazione, come hanno detto gli antichi, né soltanto la imitazione della bella natura, come dicono i moderni; ma è la presentazione degli oggetti fisici, morali o intellettuali, i quali, presentati o in realtá o per imitazione col mezzo degli organi della vista e dell’udito, sono atti ad eccitare nella nostr’anima delle gradevoli sensazioni: il qual genere di sensazioni noi differenziamo dalle altre che ci vengono dagli altri sensi, e le chiamiamo collettivamente con un vocabolo particolare c proprio di esse; e similmente facciamo della facoltá che ha l’anima nostra di compiacersene. Ma la semplice presentazione reale degli oggetti tali e quali sono nella natura, siccome non dá indizio d’insigne industria e talento nell’uomo che la fa, perché è troppo agevole a farsi, cosi non siamo inclinati ad averne molta considerazione; e non