Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/208

levate o almeno smorzate quelle idee troppo vive che dall’oggetto reale venivano destate nella mente e che eccitavano nel cuore una sensazione troppo violenta, e perciò dolorosa. Perfine l’opera medesima della imitazione, ossia la imitazione medesima osservata nell’oggetto che ci veniva presentato dall’arte, fu per noi un nuovo contemporaneo motivo di piacere, come vedremo a suo luogo. Ma, benché le belle arti sieno sostenute e condotte dai medesimi principi, esse non pertanto si comportano assai differentemente nella maniera dell ’applicarli, secondo la natura de’ mezzi e degli stranienti de’ quali ciascuna si serve, e secondo la natura degli organi a’ quali ciascuna di esse presenta i suoi oggetti. Quindi è che, se ad alcuna di esse basta, nel nostro caso, di rimovere la realtá degli oggetti e di presentarne l’immagine sola, ad alcun’altra fa di mestieri di temperare l’immagine medesima, e di smorzarne, per cosí dire, i tocchi troppo fieri e troppo crudi, per potere in questo modo pervenire al suo intento, cioè d’eccitare nell’anima nostra soltanto delle grate commozioni ; che «grate commozioni» chiamiamo noi quelle in cui l’anima nostra ama di trovarsi. Cosí per esempio, siccome le immagini degli oggetti, che entrano in noi per l’organo della vista, esercitano maggior forza sopra l’anima nostra di quel che facciano quelle che entrano in noi per l’organo dell’udito, però è che quelle belle arti, le quali, per cosí dire, parlano al primo de’ detti organi, debbono esser piú caute delle altre nella presentazione imitativa de’ mali fisici o morali, qualora per loro instituzione prendono ad esprimerli colle immagini degli effetti e de’ segni esteriori di essi mali. Imperocché può intervenire piú agevolmente in esse che la loro forza riesca troppo maggiore che non conviene per eccitare soltanto una sensazione aggradevole, e che questa, oltrepassando, venga in cambio ad eccitarne una dolorosa. Inoltre tutte le belle arti, le quali di loro natura sono atte ad imitare le creature sensitive costituite ne’ mali fisici o morali, debbono essere non meno caute nel servirsi della imitazione de’ mali fisici, perché le immagini di questo genere di mali fanno una impressione assai piú violenta,