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pensieri stessi rivolti nel contrario senso, siccome egli ha fatto sostituendo a quel «ripigliò l’infermo animosamente», il «ripigliò il coraggioso infermo»; perocché quivi egli fa dire al Segneri l’opposto di ciò ch’egli ebbe veramente nello animo. Ei volle dimostrar, con quel «ripigliò animosamente», che il malato, e con cenni e con parole, mostrò al di fuori quello animo e quella sicurezza ch’ei non aveva al di dentro, siccome dall’esito si comprende; e ’l padre Bandiera al contrario accenna, con quel «coraggioso», ch’ei fosse realmente coraggioso nello spirito e nella volontá. La qual differenza sará chiara ad ognuno, e specialmente a chi entri ben dentro a conoscer la forza di quell’ «il» posto davanti al «coraggioso». Io lascio poi ch’altri giudichi se sia migliorato punto quell’ «io son per ubbidirvi» del Segneri col «sono tutto disposto ad ubbidire a’ vostri consigli» del Bandiera, ove parravvi d’udir ciò che noi udiam tutto giorno per via di due, che, scontrandosi, l’un chiede:—Come state? — e l’altro risponde: —Tutto disposto ad ubbidirvi. — Non si dee però tacer di quello «stomaco» tolto dopo il «cordoglio», ove con una sola parola un bellissimo pensier si perde dell’eccellente oratore. Intese egli di dir che ’l buon religioso non pur sentiva rammarico e dolore nello estremo e vicin pericolo del prossimo suo, ma eziandio, per lo abito della virtú ch’ei nodriva nel seno, moveagli nausea e stomaco gli faceva il lezzo e lo schifo della medesima colpa. De’ qua’ pensieri amendue, comecché il padre Bandiera non ne tocchi il primo, che forse gli sembrò il piú necessario, ne toglie però via il secondo, che non è punto di soperchio, ed è senza fallo il piú squisito. Oltracciò chi dirá esser piú elegantemente detto «acconciare» che «compor le partite»?. Chi dirá esser posto a tempo quell’ «il padre soggiunse a tempo», con cui tutta l’evidenza si toglie al dialogizzare, e che niun buon giuoco fa essendo letto, e malissimo poi lo farebbe ascoltato? E cosí: «il malato risponde», «esclama il religioso», ecc.: perocché quivi non si dee giudicar certamente come di pure cose scritte al leggitore, ma come di azioni rappresentate agli uditori, e rendute vive dal gesto, dalle pose e da’ vari tuoni di voce dell’oratore. Io m’avveggo ben io, e voi me ne