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di sapere, ma esempi di civiltá e di buon costume; e il pubblico ha diritto di sgridarlo e di punirlo ancora, in caso ch’ei manchi in alcuna di queste cose. Questi sono i doveri, che dal padre Branda richiede la sua carica come gli abbia osservati : io lascerò che voi il giudichiate dalle opere ch’egli ha pubblicate finora. Tutt’altro consiglio adunque dovrebb’egli prendere nella presente circostanza, o almeno tutt’altra foggia di scrivere. Ma segue a dire «ch’io pure il convinco di quest’obbligo suo — cioè di rispondere a me, — accennandogli ch’ei vive del frutto delle nostre terre, che occupa una onorevole cattedra di umane lettere nelle nostre pubbliche scuole, ch’egli è stato creduto abile a reggere e ad ammaestrare i figliuoli de’ nostri cittadini, e che a misura de’servigi, ch’egli ha prestato alla nostra patria, è stato finora premiato ed onorato». Io non pretesi giammai di convincerlo di quest’obbligo ch’ei dice, scrivendo quelle parole. Il padre Branda corrompe il sentimento anche di queste. Leggete la mia prima operetta alla pagina 4, e vi avvedrete ch’io con esse ho preteso di convincerlo unicamente dell’obbligo, ch’egli ha, di rispettare i milanesi, e di riprenderlo perché egli non abbia «corrisposto alla sua patria con quell’affezione, ch’essa lusingavasi di poter per avventura meritarsi .da lui». Quindi si fa strada a parlare un’altra volta del paese ov’io son nato, cioè di Bosisio; e, faccendone un confronto con Milano, ov’è nato egli, improvvisamente e fuor del suo costume, esce in una magnifica lode di questa cittá: la qual lode io non vi saprei dire quanto riesca affettata in bocca di lui, e in quel sito collocata è usata unicamente per fare scomparire a fronte di essa la piccola terra che a me ha dato i natali; il che è appunto come se altri scioccamente si sbracciasse a lodar la balena, perché sembri piccolo il granchio. Io nondimeno ho mostrato di prendere in buona parte questa lode, data alla nostra cittá, in uno Avvertimento , ch’io pubblicai dopo aver ricevuta dal padre Branda questa sua lettera; il quale, se ben mi ricorda, credo di avervi mandato. Da questo paragone di Milano con Bosisio deduce, al suo solito, il padre Branda una mirabile conseguenza. Dice ch’io