Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/419


nota 413


XXVII. Mss. ambr. II 1 aut., III 1, 4, 5 e 8; Mor. — Sa. dice che fu scritto per Anna, figlia del coreografo Gaspare Angiolini, colla quale (dice il R.) il poeta «meditò assai sulla danza». Il P. se ne innamorò «poco dopo il 1763». Cfr. Card., XIII, 291-2.

XXVIII-XXIX. Dai Componimenti fatti in occasione della pub blica presentazione nella chiesa metropolitana di alcuni schiavi in subri riscattati da’ MM. RR. PP. Trinitari Scalzi del reai con vento della B. V. de" Miracoli in Monforte, destinata per il giorno 19agosto 1764. Milano, P. A. Frigerio, 1764. Il primo sonetto del P. ha il titolo A S. Em. il card. Giuseppe Pozzobonelli arcivescovo di Milano e il secondo A III medesimi schiatti redenti. Si trovano pure nei mss. III 5 e Triv.\ il n. XXIX è anche in III 6. In III 5 e Triv. è detto che i due sonetti sono copiati da una raccolta del 1750. Se non è errore del copista (Trivulzio), vorrá dire che il P., nel 1764, non fece altro che ristampare due sonetti giá pub blicati quattordici anni prima, per una occasione simile. Si veda Mazz., 351. — Al v. 4 del n. XXIX lungo è quasi certamente er rore di stampa per largo, che è in R.

XXX. Si trova nella raccolta di Applausi poetici al merito esimio del reverendissitno p. abbate don Maurizio Salabue canonico regolare lateranense il quale predica in Lugano l’egregio suo qua resimale nel 1767. Lugano, Agnelli e Comp. Lo ripubblicò I. Sa nesi (Una lettera e un sonetto di G. P.) neWAthenaeum, Pavia, aprile 1922; insieme colla lettera ad un «caro amico» (che non si sa chi sia), ad istanza del quale il P. lo aveva composto. Il ms. della lettera e del sonetto appartengono al prof. G. Morelli della Universitá di Pavia. La lettera è scritta da Milano, jo marzo 1767, e non si trova né fra le Prose del P. da me pubblicate, né nella ed. Mazz. di Tutte le opere. Per questo si ritiene opportuno ri pubblicarla:

«Voi sapete ch’io son poltrone: non vi maravigliate adunque se non ho finora risposto alla vostra. Uno de’ primi assiomi della poltroneria si è di non multiplicar gli enti senza necessitá. Voi vedrete, che non era necessario di scrivervi due lettere quando con una sola mostro d’aver ricevuti gli ordini vostri, e allo stesso tempo d’avervi ubbidito. Io non ho ricevuto, come voi mi accen nate, verun comando dal signor dr. Agnelli: e sebbene io sia in ogni tempo disposto a servirlo, godo, che l’accidente forse non mi obblighi a divider fra due un piccolissimo ufficio che diven terebbe piú piccolo della metá. Resta a vedere se il sonetto che