Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/414

408 nota


abbozzi siano degli anni nei quali il P. scrisse le odi a Paola Castiglioni e al cardinale Burini.

XV. Si trova nel ms. ambr. II 3 aut. ed ha l’apparenza di un frammento. Come tale fu pubblicato dal R. (II, 255-256) del quale è anche il titolo, nonché la nota che dice: «Una ragguar devolissima donna voleva che il nostro poeta cantasse le vittorie franzesi, ed egli la stava compiacendo nel verno che precedette la sconfitta di Scherer». Questa notizia fa supporre che l’ode sia dell’inverno 1798-99.

XVI. Fu pubblicato dal R. (II, 246-247) seguendo i due ab bozzi ambr. II 4 aut., il secondo solo dei quali reca però gli ul timi sei versi (31-36). Nell’abbozzo vi è anche un tentativo per rifare questi ultimi versi: Al tuo fausto venir sentii ben tosto — calmar la violenta — turba de’ nervi e i fieri moti e l’ira. Rifatti poi ancora nel modo seguente: Tal tu venisti e in un balen ne’ miei — spirti virtú s’aggira — onde il morbo tiranno è oppresso e spento. — Fuggon gli umor sediziosi e rei — e frena il violento — popol de’ nervi i fieri moti e l’ira.

XVII. Si trova nel ms. ambr. II 1 aut. insieme con un ab bozzo al quale mancano gli ultimi due versi (13-14). Di qui lo trasse il R. (II, 257-258). Il titolo è del R. Andrea Appiani visse dal 1754 al 1817. Si v. il son. a p. 305 di questo voi.

XVIII-XIX-XX. Dagli abbozzi del ms. ambr. II 3 aut. Il Mazz (506) giustamente osserva che il n. XIX, invece di un frammento, potrebbe anche essere un epigramma.

XXI. Si trova nel pacco IV ambr. delle carte pariniane; ma il manoscritto non è autografo. È probabile che derivi dalla prima pubblicazione dell’ode, fatta dal Foscolo nel 1811 nello scritto sulla Poesia lirica, che si può vedere nel voi. II (pp. 337-344) delle sue Prose letterarie (ed. Le Monnier), oppure dalla ristampa che ne fece il Bn. Il Foscolo disse di non sapere chi fosse l’autore dell’ode, ma aggiunse che, secondo l’opinione di un compe tente, doveva essere d’uno scrittore della seconda metá del secolo decimottavo, e fosse traduzione o imitazione d’un originale in glese; il Bn. invece disse d’aver trovato il ms. dell’ode a Fonta neto, tra le carte del conte Visconti, il quale l’attribuiva al Pa rini, suo intimo amico. Il Mazz. (p. 526) è in dubbio, come il Fo scolo, se crederla opera originale o tradotta o comunque derivata da un’opera straniera, e pensa che questa potrebbe essere l’ode The Times di Carlo Churchill (1731-1764), che però non potè vedere.