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mie, ti priego — troviamo altro ripiego. — Che ripiego trovarci? — risponde il tafnnello. — Ed ella: Eccone un bello! — Tu sai ecc. ecc., come nel v. 44 e sgg. del testo. In II 7 mancano pure tutti i vv. da Piuttosto se ti pare a E cosí gli favella, e legge invece: Troviam dunque un rimedio, — disse la moglie. Quale? — soggiunse il tapinello. — Ed ella: Eccone un bello! — Tu sai ecc. ecc. — Dopo il v. 89, tutti i mss., salvo III 4, hanno i vv. sgg.: Quel Tanime celesti — traggono anch’esse alla carne ben bene; — lavorali cheto cheto, — e, quel che piace alle dotine piú assai, — tener sanno il segreto. Ora costui, — sentito che lo sposo è andato via, — pieno di santa caritade il petto ecc. ecc. Si noti però che R., dopo se greto, continua cosí: Ora costui s’avvide — ben tosto che lo sposo è andato vía — e pien di santa caritade il petto ecc. ecc. Anche in III 4 c’erano i vv. degli altri mss., ma furono cancellati dal P. che, nelle interlinee, scrisse le correzioni: Ora costui s’av vide ecc. — vv. iji-112 sono cancellati in II 5. — Dopo il v. 136, II 1 e III 8 prosguono: Tutti? chiedete voi. Tutti, bisogna, — poi ché la buona donna, — benché seco vivesse a tutte Tore, — non usci mai d’errore. Anche in III 4 e II 5 si leggon questi quattro versi, ma poi cancellati. — I vv. 208-209 in II 5 suonano: E prima di provarlo — giá condanna il secondo di bugiardo. — vv. 215-216, II 5: Ed ecco, a gran stupore — di tutta la canaglia. — v. 218, II 5: Alza quel peso strano, e il porta via. — vv. 233-4, II 5: Si tosto non conviene. La colonna — voi moveste amendue; però il giu dizio — saria pendente ancora. — Dopo il v. 241 in II 5 si legge: O tu se’ un ciarlatano — che con vane apparenze—fai trawedcre il popolo indiano. — v. 242, II 5: Il folletto scornato a tal sermone. — Dopo il v. 254, II 5 continua: Se non volete alla rete esser colti, — però che í ciarlatani sono molti; poi seguono i vv. 294-317, ai quali tengono dietro i vv. 285-293, poi i vv. 270-284, e infine i vv. 255 269. — In II 5 i vv. 267-269 suonano: fuor che la mia dottrina, — ogni rimedio per salvarlo è vano. — Badate all’altro; questi è un ciarlatano. — v. 293: in II 1 e 5 è scritto badate a questo, e cosí era scritto anche in III 4; ma poi il P. cancellò a questo e sopra scrisse all’altro. Il Mazz. (G. P., Firenze 1929, pp. 63-4) crede che questo racconto derivi da uno scritto del Voltaire (Fragments historiques sur l’Inde) del 1773-4 o da un altro scritto di lui del 1776.

III. Si trova nei mss. ambr. II 1, 5 e 8 aut., III 3, 4, 7, 8 e io; Triv. Quest’ultimo avverte che il componimento fu reci-