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sonetti | 315 |
15o per che vi diletti
di far sapere al popolo, alla gente
che voi siete una bestia onnipotente?
Non dubitate niente:
se non mancano in me l’usate vene,
20vi sará dato quel che vi si viene.
Tenete a mente bene
ch’a siffatti argomenti egli è il mio gioco,
frate ignorante, poltrone e dappoco.
N’andrete in ogni loco
25voi e que’ vostri versacci stivali,
che fan rider le acciughe e i caviali;
e vivrete immortali
co la lingua che tanto onor vi féo
in mezzo alla Ritonda e al Culiseo.
CXXXV
Contro lo stesso.
Un somarello è montato in bigoncia
per legger poesia agli animali;
e s’accavalcia sul naso gli occhiali,
e gli altrui versi rattoppa e racconcia:
ma perché di sapere e’ non ha oncia
in quel capaccio suo, che porta l’ali,
e’ dice arrosti cosí madornali
ch’ogni femmina gravida si sconcia.
Elefanti, cammelli, orsi, lioni
e bestie d’ogni clima e d’ogni guisa
traggono ad ascoltar le sue quistioni:
ma ad ascoltarlo chiunque s’affisa,
se gli sfondola il ventre ne’...
perché il brachier gli schiantano le risa.
Egli è partito a Pisa,
vinto per sette ceci e due lupini,
ch’e’ vi vada a insegnar versi lionini