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ii - ascanio in alba 17


i palpiti soavi, i moti tuoi:

ah si, cor mio, la scoprirem ben noi.
Cara, lontano ancora
la tua virtú m’accese:
al tuo bel nome allora
appresi a sospirar.
In van ti celi, o cara:
quella virtú si rara
ne la modestia istessa
piú luminosa appar.

SCENA III

Ascanio, Fauno, Coro di Pastori.

Coro. Venga de’ sommi eroi,

venga il crescente onor.
Piú non s’involi a noi:
qui lo incateni Amor.
Ascanio. Ma qual canto risona? (ritirandosi in disparte)
Qual turba di pastor mi veggio intorno?
Fauno. Qui dove il loco e l’arte (non badando ad Ascanio)
apre comodo spazio
a i solenni concili, al sacro rito,
qui venite, o pastori. li giorno è questo
sacro a la nostra diva. AI suo bel nome,
non a Bacco e a Vertunno,
render grazie sogliamo
presso al cader del fortunato autunno.
Il ministro del cielo, il saggio Aceste
sembra che tardi. In gran pensieri avvolto
pur dianzi il vidi. A lui splendea ridente
d’un’insolita gioia il sacro volto.