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82 alcune poesie di ripano eupilino


  100Dovresti pur le glauche luci alzare,

o Nereo, padre delle liinpid’onde,
e ben superbo di tai canti andare.
  Deh chi mi presta un’onorata fronde
ond’io cinga le chiome ai pescatori
105in cui tal spirto il santo Apollo infonde!
  Felici voi, che i vostri lieti amori
vedransi scritti per gli scogli, e d’alga
orneragli ogni ninfa e di bei fiori!
  E i pescator, mirando a quanto salga
110anche in povero lito il canto c i versi:
— Qui scrisse Alceo, — diranno, — e qui Nilalga. —
Nilalga.   Or su, Telgone, omai devria sapersi
a qual di noi la prima lode apporti
il cantar carmi piú leggiadri e tersi.
Telgone.   Combatteste ambidue si alteri e forti
nella lotta gentil, ch’io non saprei
qual sopra l’altro il maggior pregio porti.
  Ma perché senza premio andar non dèi,
Alceo si tenga il destinato vaso;
120che tu n’avrai, Nilalga, uno de’ miei.
  Nè ti pensar che ’l minor don rimaso,
o pescator, ti sia; perchè vedrai
che forse ancor hai migliorato il caso.
  Un picciol nappo di corallo avrai
125che viene infin dall’indica marina,
se ’l ver mi disse quegli onde ’l comprai.
  Questo l’ebbe giá in don la mia Lucrina,
e mi ricordo ancor, bench’ei sia molto
ch’io gliel diedi sul lito una mattina.
130Scorger ben puoi che per man dotta è scolto,
poiché tant’opra e tanto studio vedi
in si piccolo spazio essere accolto.
  Qui sta intagliato un pescator che in piedi
d’un alto scoglio i bei guizzanti armenti
colla canna e coll’amo avvien che predi.