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48 alcune poesie di ripano eupilino


     Fa Nanni in somma si trista figura
con quello straccio in sulle spalle storto,
ch’io ne disgrado la mala ventura.
     Il primo di che in tal foggia l’ho scorto,
io ebbi a spiritar della paura,
temendo ch’e’ non fosse il beccamorto.

LXXVII

     Nanni mi sbircia prima e quindi arrappa
ogni via per fuggirmi, o manca o destra,
e s’imbavaglia dentro della cappa
quel musin da colpir colla balestra.
    Che si, che un giorno tanto si rattrappa
e s’imbacucca ch’egli s’incapestra!
Deh corri, Farfanicchio, e poi lo grappa,
e lo disvogli con maniera destra.
     E col puntel de’ cozzi un buon sommesso
gli rileva dal suol quel pa’d’occhiacci,
e fa ch’e’ guardi ben s’io son quel desso.
     Poi diragli pian pian, senza minacci:
se lo noia vedermi cosí spesso,
che tu coll’ugne lo terrai d’impacci.

LXXVIII

     Se scorto pria t’avessi, o d’una gogna
degno, dell’altrui opre usurpatore,
io t’are’ fatto tanto disonore,
che ne saresti morto di vergogna.
     Oh! va, cacciati adesso entro una fogna,
se tu non vuoi provar di che tenore
sia la mia penna, quand’ell’è in furore,
bue, piluccone, asinaccio, carogna.