Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/352

346 le odi


lungi dall’aura popolar s’invola;
c mentre il ciel piú gloriosa stola
forse d’ordigli è vago,
tra le ville natali e l’aere puro
270da i flutti or sta d’ambizion securo.
     Ma i cari studi a lui compagni annosi,
e a i popoli ed all’arti
i benefici sparti
son del suo corso splendidi riposi.
275Vedi ampliarsi alterno
di moli aspetto ed orti ed agri ameni,
onde quei che al suo merto accesser beni
e il tesoro paterno
versa; e dovunque divertir gli piaccia,
280l’ozio da i campi e l’atra inopia caccia.
          Vedi i portici e gli atri ov’ei conduce
il fervido pensiere,
e le di libri altere
pareti, che del vero apron la luce:
285o ch’ei di sé maestro
nell’alto de le cose ami recesso
gir meditando, o il plettro a lui concesso
tentar con facil estro;
e in carmi, onde la bella alma si spande,
290soavi all’amistá tesser ghirlande.
Ed ecco il tempio ove, negati altronde,
qual da novo Elicona
premi all’ingegno ei dona;
e fiamme acri d’onore altrui diffonde.
295Ecco ne’ segni sculti
quei che del nome lor la patria ornáro,
onde sol generoso erge all’avaro
oblio nobili insulti;
e quelle glorie a la cittá rivela
300ch’ella a sé stessa ingiuriosa cela. —