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XVII
LA GRATITUDINE
(Per il Cardinal Angelo Maria Durini)
[1790]
Magnimi hoc ego duco quod |
Parco di versi tessitor ben fia
che me l’Italia chiami;
ma non sará che infami
taccia d’ingrato la memoria mia.
5Vieni, o cetra, al mio seno;
e canto illustre al buon Durini sciogli,
cui di fortuna dispettosi orgogli
duro non stringon freno;
si che il corso non volga ovunque ei sente
10non ignobil favilla arder di mente.
Me pur dall’ombra de’ volgari ingegni
tolse nel suo pensiero;
e con benigno impero
collocò repugnante in fra i piú degni.
15Me fatto idolo a lui
guatò la Invidia con turbate ciglia;
mentre in tanto splendor gran meraviglia
a me medesmo io fui:
e sdegnoso pudor il cor mi punse,
20che all’alta cortesia stimoli aggiunse.