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X

LA RECITA DEI VERSI

(Sopra l’uso di recitare i versi alle mense ed avanti
persone incapaci di gustarli)

[1783-84]

     Qual fra le mense loco
versi otterranno, che da nobil vena
scendano; e all’acre foco
dell’arte imponga la sottil Camena,
5meditante lavoro
che sia di nostra etá pregio e decoro?
     Non odi alto di voci
i convitati sollevar tumulto
che i centauri feroci
10fa rammentar, quando con empio insulto
all’ospite di liti
sparsero e guerra i nuziali riti?
     V’ha chi al negato Scaldi
con gli abeti di Cesare veleggia;
15e, la vast’onda e i saldi
muri sprezzati, giá nel cor saccheggia
de’ batavi mercanti
le molto di tesoro arche pesanti.
     A Giove altri Tarmata
25destra di fulmin spoglia; ed altri a volo
sopra l’aria domata
osa portar novelle genti al polo.
Tal sedendo confida
ciascuno; e sua ragion fa de le grida.